Non riesco

a giocare con la fantasia

In quella strada

piena di querce ombrose

Non sento più i passi leggeri

della voce amica

che da dentro sale su

prende la mia mano

mi guida

verso le pagine peccanti di verginità

per trasformare l’inchiostro

In segni  fino a creare parole

parole profumate

dalle more di rovo

appena baciate dalla rugiada

quelle parole che tremano

come i fili d’erba accarezzate

dalla fantasia di un primo respiro

del vento mattutino